“Dunque sono diventati centotrenta i docenti universitari – in massima parte di diritto penale, procedura penale, diritto costituzionale- che hanno ad oggi sottoscritto, insieme alla Giunta dell’UCPI – Unione Camere Penali Italiane, l’appello al Capo dello Stato perché valuti, al momento della promulgazione del decreto c.d. “spazzacorrotti”, gli evidenti profili di incostituzionalità che affliggono la norma che elimina la prescrizione dopo la sentenza di primo grado.
Quando abbiamo inoltrato l’appello al Presidente Mattarella, mercoledì pomeriggio, erano centodieci, ma il flusso di adesioni continua impetuoso e non accenna a fermarsi, sicchè dovremo nuovamente importunare gli uffici del Quirinale per il necessario aggiornamento.
Si è aggiunto perfino un Presidente emerito della Corte Costituzionale, il prof. Annibale Marini. Ed un altro Presidente emerito della Corte, il Prof. Giovanni Maria Flick, che non ama sottoscrivere appelli, ci ha già da tempo consegnato un suo scritto – che pubblicheremo insieme ai molti altri degli autorevoli partecipanti alla manifestazione romana del 23 novembre al Teatro Manzoni – nel quale esprime in modo ancora più approfondito le medesime censure di incostituzionalità.
Non sono certo che l’importanza dell’evento sia stato ancora colto in tutta la sua enorme portata. I media hanno in verità seguito questa dura battaglia dei penalisti italiani, iniziata oltre un mese fa, con grande attenzione e rilievo; ma -con qualche eccezione, per fortuna- non ancora quest’ultimo capitolo con la considerazione che invece esso merita.
Non ho memoria di un simile precedente nella storia repubblicana, ed onestamente non credo di sbagliare. Il numero e la qualità delle adesioni dà il segno di una autentica rivolta del pensiero giuridico italiano verso la (ennesima) modifica di un istituto giuridico -la prescrizione dei reati- che mal sopporta manomissioni rozzamente demagogiche, se non al prezzo di vulnerare principi costituzionali intangibili.
Mi permetto di sollecitare una lettura appena un po’ più attenta di quei centotrenta nomi. Sarà in quel modo facile comprendere la portata dell’avvenimento, visto che intorno a quell’appello al Capo dello Stato si sono strette scuole di pensiero giuridico anche molto diverse tra di loro, Università di grande storia e prestigio ed Università più giovani, autentici maestri del pensiero giuridico italiano e docenti già apprezzati ed autorevoli di seconda e anche terza generazione.
Non possiamo pensare che un evento inedito di questa portata, tanto più significativo se si considera la tradizionale prudenza e ritrosia dell’Accademia ad esprimersi al di fuori delle Aule universitarie o delle riviste specialistiche, possa essere inteso alla stregua della manifestazione di una opinione come un’altra.
Il Presidente della Repubblica farà ciò che ritiene di dover fare nell’esercizio del suo altissimo magistero, e nessuno di quei centotrenta docenti, nè tantomeno l’Unione delle Camere Penali Italiane, osa intendere l’appello come un tentativo di condizionare il suo operato. Ma credo sia invece giusto attendersi dal mondo della informazione, dalla politica, dalla pubblica opinione, una più attenta riflessione sul significato di una simile, formidabile convergenza di così autorevoli opinioni, alle quali si sono peraltro affiancate, con piena consonanza di analisi, quelle dell’organo di autogoverno della Magistratura, che ha non a caso voluto e saputo isolare la sua parte più apertamente giustizialista e populista, tanto strabordante nei talk televisivi, quanto isolata e minoritaria in quel consesso.
Quanto a noi penalisti italiani, resta in primo luogo l’orgoglio di aver promosso e concorso a scrivere questa splendida pagina di impegno civile della intera comunità dei giuristi italiani, e soprattutto la certezza che essa sia solo il primo capitolo di un lungo e fecondo percorso comune in difesa dei diritti costituzionali di tutti i cittadini.”
Avv.Gian Domenico Caiazza-Presidente UCPI
[L’elenco completo, in continuo aggiornamento, delle adesioni ??http://bit.ly/2T1XtW9]